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Fintech: nei prossimi anni focus su pagamenti digitali e m&a | Finance Community

22/03/2018

L’evoluzione tecnologica nel mondo finanziario, il fintech, va avanti, ma l’Italia per il momento la guarda da lontano. Ciò vale, evidenzia il Payment e Fintech Outlook di Klecha & Co., soprattutto per quanto riguarda l’industria europea dei pagamenti, che continuerà a crescere a ritmo sostenuto trainata principalmente dai trend registrati nell’e-commerce e all’avanzata di sistemi di peer 2 peer, che porteranno a una sempre maggiore disintermediazione. 

In generale, uno dei trend che identificheranno lo scenario futuro è il consolidamento fra le società di servizi tecnologici, in un settore in forte evoluzione e tutt’ora molto frammentato.



Il settore dei pagamenti 

Il numero dei pagamenti digitali è costantemente cresciuto negli anni attestandosi a 522,4 miliardi nel 2017 (433 mld nel 2015). Si stima che tale crescita proseguirà, trainata soprattutto dai paesi emergenti asiatici, determinando un numero di transazioni che sfiorerà i 726 miliardi nel 2020 (di cui circa 140 mld in Europa). 

Il trend è guidato dalla convenienza degli acquisti online, dalle iniziative governative tese a limitare le transazioni non tracciabili e dalla diffusione di nuovi sistemi di pagamento, come ad esempio Google Pay. 

Nonostante la chiara tendenza, in Europa occidentale e meridionale i pagamenti cash sono ancora molto diffusi: in Italia il 78% delle transazioni avviene ancora in contanti. Solo la Spagna (90%) e la Polonia superano l’Italia (83%).

Stando alla ricerca, l’ambito in cui si attende la maggior crescita di transazioni digitali è l’ecommerce che nel 2017 ha generato globalmente in media solo il 10% delle vendite retail per un controvalore di 2,4 trilioni di dollari. Si stima che nel 2020 l’incidenza salirà al 14,6%, ossia 4,1 trilioni. 

Anche in questo caso, l’Italia è ancora indietro: in Europa è infatti il Paese con minore incidenza di vendite online (4%) mentre il primo è il Regno Unito (18%). Quanto ai volumi, il numero di transazioni passerà dai 56,5 miliardi (2017) ai 76,5 miliardi nel 2019.

Per la prima volta inoltre gli acquisti tramite smartphone hanno superato quelli tramite PC: a gennaio 2018 il 52% dei consumatori ha preferito il mobile. Questo scenario si riflette nelle valutazioni delle società di retail: negli ultimi due anni l’indice STOXX EU600 – Retail ha costantemente sottoperformato rispetto ai singoli operatori dell’e-commerce.

 

Il consolidamento del settore

Quello dei pagamenti è uno degli ambiti fintech che sta vivendo un momento di discontinuità e di trasformazione epocali” spiega Stephane Klecha, managing partner di Klecha & Co. Ciò in particolare perché “sul mercato stanno entrando anche operatori non bancari con le relative piattaforme anche di nicchia, come ad esempio le app per i pagamenti peer to peer”, ma anche perché “alcuni degli operatori bancari hanno già deciso di seguire il mercato ed esternalizzare la funzione relativa ai pagamenti”. Alcuni esempi sono Intesa Sanpaolo, che ha venduto Setefi a nexi, ma anche Banca Monte dei Paschi di Siena e Deutsche Bank.

Altre banche – osserva Klecha – stanno invece lavorando per rendere i sistemi interni più efficaci, flessibili e adatti alle sfide del mercato, quindi attraverso piattaforme customizzate e modulari, anche se sono strutture molto costose”. 

Dal punto di vista degli operatori, lo scenario che si presenta è ancora altamente frammentato, nonostante fondi di private equity e big player abbiano avviato un’attività di consolidamento. Nel complesso nel 2017 i deal tecnologici hanno toccato quota 145 miliardi di dollari in Europa e i 560 negli Usa. In Italia, c’è stato ad esempio Nexi, nato dalle fusioni di Icbpi e società fra le quali Bassilichi e CartaSì. 

Nei prossimi anni questo consolidamento dovrebbe intensificarsi, rileva lo studio, con multipli che resteranno elevati a livello globale (a oggi la media è di 25,5x).

 

 Figure 21 – Valuation multiples of listed companies exposed to European payments - 05/03/2018

 Questo processo sarà guidato da due direttrici: da un lato i piccoli operatori indipendenti e nazionali si aggregheranno per fare economie di scala e replicare i livelli di redditività dei grandi operatori come Worldpay o Ingenico (Ebitda al 40/50%).

Dall’altro lato, i target principali dei big player del settore saranno sia i piccoli operatori capaci di offrire e integrare servizi e tecnologie aggiuntive (es. antifrode, sicurezza, lending) sia i fornitori di nuove tecnologie di pagamento come quelle in realtà aumentata o virtuale (es. Alibaba Buy+ o Vroom). 

Infine, i gestori di servizi di pagamento tradizionali dovranno acquisire nuove tecnologie alla luce della crescente incidenza dell’e-commerce sulle vendite e della diffusione dell’approccio all’acquisto in multicanalità.

L’attività di m&a per Klecha & Co. sarà inoltre sostenuta dalle nuove opportunità che si creeranno nel settore alla luce dell’applicazione della PSD2 – direttiva europea sui servizi di pagamento – e della diffusione dei pagamenti P2P.

Figure 20 – Selected European payments transactions

Focus su PSD2 e P2P

La PSD2, l’ultima direttiva sui servizi di pagamento, ha come obiettivo la riduzione delle barriere all’ingresso del settore bancario europeo, in particolare nel retail, e quindi aumentare la concorrenza e ridurre i prezzi per le transazioni, a vantaggio dei consumatori dell’UE.

Stando alla ricerca ne beneficeranno numerosi soggetti. In primo luogo, le startup del FinTech e dei sistemi di pagamento e i big player del tech potranno offrire nuovi servizi ai consumatori, con bassi investimenti iniziali, poi le imprese di software che forniscono supporto applicativo e infrastrutturale alle banche vedranno crescere la domanda per i loro servizi e infine le società di servizi informatici per le istituzioni finanziarie riceveranno maggiori richieste di progetti di integrazione e consulenza. 

La PSD2 – regolarizzando la posizione di nuovi attori non bancari (PISP e AISP) e favorendo nuove possibilità operative per banche e intermediari – rivoluzionerà il panorama bancario europeo e, nel lungo termine, potrebbe portare alla disintermediazione tra le banche e la propria clientela. In questo scenario e sull’onda di crescenti investimenti delle banche in IT, emergeranno nuove start up Fintech, come per esempio Chip Financial, TrueLayer e Token e la PSD2 potrebbe dunque rappresentare un ulteriore driver del consolidamento di un settore altamente frammentato come il fintech. 

Un altro fattore è quello dei sistemi peer-2-peer, ossia quelle piattaforme che consentono lo scambio di denaro in tempo reale tra privati sostituendo il cash e le transazioni bancarie.

Per capire le potenzialità dello strumento, recentemente promosso in Europa anche da big player come Apple e Facebook, basta vedere i dati sull’evoluzione dei pagamenti digitali p2p via mobile avvenuta in Cina: rispetto al totale delle transazioni digitali, questo tipo di pagamenti sono passati dal 4% nel 2012 al 79% nel 2017 e sono attesi all’85% nel 2019.  

Due piattaforme, Alibaba’s Alipay e TenCent’s WeChatPay, gestiscono il 90% delle transazioni P2P, diffuse anche tra piccoli commercianti e nell’e – commerce. Una tendenza che, per Klecha, “è destinata ad arrivare anche in Europa, dove ci aspettiamo tassi di crescita elevati, anche se non ai livelli della Cina”.  

Ma quale sarà il ruolo delle banche in questo comparto con tutta questa disintermediazione? 

La vera domanda da porsi – osserva il managing partner – è se il settore dei pagamenti sia davvero un business per le banche. Il loro compito è offrire dei servizi. I pagamenti sono un servizio molto costoso che può essere esternalizzato”. In questo contesto, spiega il managing partner, “la disintermediazione porta alle banche benefici in termini di costi ed è anche vantaggiosa per i clienti”.